I volontari della Diaconia Valdese all'estero

Il tempo vola!

Tra una nevicata e l’altra, la primavera è arrivata anche qui in Baden-Württemberg.

Affacciandomi dalla mia finestrella incrocio nuovamente lo sguardo dell’Ulmer Spatz sul tetto del duomo con le ali spiegate, che mi ricorda di quanto il tempo in Erasmus voli veloce.

Voltandomi, vedo la me di otto mesi fa. Un po’ impaurita e sperduta, ai piedi dell’enorme cattedrale che qui a Ulm ti controlla ovunque tu vada. Basterà alzare lo sguardo per trovarla lì, dietro ad un tetto, che ti sbircia discretamente.

In questi mesi di adattamento ho imparato molto. L’abitare da sola non mi è mai pesato, mi è riuscito bene fin dall’inizio. Anche perché qui non ti senti mai solo. Ci sarà sempre un piccione appollaiato sulla ringhiera, o un ragazzo con la chitarra appostato regolarmente ai piedi del palazzo, che canta a squarciagola per colmare quel silenzio che darebbe altrimenti un’eccessiva noia.

A tre mesi dalla fine posso dire di essere riuscita a costruire diversi legami affettivi, con qualche tedesco, che non abbastanza attento si è lasciato sorprendere da qualche attimo di confidenza.

Pia, Mona, Io

Frequento sempre il coro al venerdì, anche perché è la mia principale fonte di socializzazione.

Ogni tanto ci ritroviamo all’irish Pub per bere una birra e stupire il pubblico con le nostre doti canore alle ‘serate karaoke’.

Trascorro il mio tempo libero studiando, per prepararmi alla futura università di lingue e praticando un po’ di sport ai bordi del Danubio, per smaltire la tipica cucina ipercalorica locale.

Il giudizio sommario di questa avventura al di là delle Alpi è più che positiva. Non è ancora terminata ma mi sento di poterla consigliare a chiunque sia pronto a mutare le proprie abitudini e a lasciarsi stupire dal fascino tedesco.

Posso dire di sentirmi a casa qui, e pensare che tutto ciò a breve finirà, mi rattrista non poco.

P.S.

Ho preferito omettere tutte le urla che ho tirato per colpa della testardaggine e noncuranza del mio coinquilino. Litighiamo un giorno si e l’altro pure ma gli voglio, non so come, ogni giorno più bene.

Naomi Conte

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Tu casa es mi casa

A.D. 2022, Bilwi – Nicaragua

Guardo il calendario e mi accorgo che sono quasi trascorsi due mesi a Bilwi. Non posso dire che sia stato facile ambientarsi, eppure questo luogo tropicale che è stato così distante da me oggi è casa.
Casa è la terra rossa e la polvere che accompagna le mie camminate diurne;
è il mercato con i suoi labirinti interni ove il commercio è sempre attivo;
la spiaggia impraticabile, le onde lunghe, le sirene e le loro canzoni;
è il verde delle piante e il giallo del cocco, le comunità isolate ed i folletti.
Casa è il buenos dias della gente alla mattina e il non poter dire adios, perché lo si dice solo ai morti.
Casa sono le abitazioni di legno rialzate dal suolo,
i barrios con le strade senza nome,
i bambini scalzi che giocano.
Casa sono le persone che lottano ogni giorno con le loro difficoltà,
per un pasto caldo, per aspettare l’acqua o per raccoglierla al pozzo.
Casa sono le persone vestite a festa perché è domenica e la messa chiama, non importa quale, è necessario andare.
Casa è l’incontro tra moralità differenti, contraddizioni ritrovate.
Casa è il dualismo interno tra cooperante e antropologo, non lasciando vincere nessuno e accettando la vita come passa.
Qui a Casa imparo che lottare contro il tempo, contro le persone, contro il clima, contro gli animali perde il suo senso.
E così accetto,
accetto il ragno gigante nella stanza,
di lavare i vestiti a mano impiegando tutta una mattina,
di correre a salvare i vestiti stesi oppure di lasciarli lì, a godersi l’acquazzone tropicale, perché tanto poi torna il sole,
di camminare per le strade senza cellulare,
di oltrepassare scalza le pozzanghere fangose,
di immergermi in una cultura che non mi appartiene e di aprire la mente e sentire tutto come se fosse mio: sirene, folletti, malocchio, sciamani.

Jessica Genova

Ciao a tutti e tutte, mi chiamo Erica e un mese fa, dopo un giorno di autobus, arrivavo ad Ostrava nel freddo delle sei del mattino, e poi a Krnov, una cittadina ceca di venticinquemila abitanti al confine con la Polonia, dove scoprivo di essere l’unica volontaria e di avere un appartamento per me sola. Non volevo rovinarmi la sorpresa prima di partire così la sorpresa c’è stata.

Da allora faccio l’equilibrista per gioire di quello che vivo in solitudine e allo stesso tempo aprirmi al nuovo mondo in cui mi trovo.

Sono fortunata, il mio paese è molto bello, circondato da campagna, prati e boschi. Ogni giorno, che sia per una macchia di alberi che sfuma verso l’inverno o per un tramonto tra mille nuvole, scopro un colore che mi sembra di non aver mai visto prima, e con la macchina fotografica, i pennelli o le parole cerco un modo per imprimerlo più a fondo dentro di me. Ma il vento soffia sempre forte qui e si porta via tutto in fretta.

Alla disperata ricerca di parole sono ogni volta che metto i piedi fuori casa: ora riesco ad orientarmi meglio, ma all’inizio per me ogni insegna, ogni cartello non aveva alcun significato, e certi giorni tornavo a casa a riposarmi dopo aver semplicemente trascorso qualche ora in paese fermandomi a tradurre ogni scritta. Ma studiare una nuova lingua è bello, e in ceco ho già trovato qualcosa che mi emoziona, ad esempio i nomi dei mesi: “novembre” si dice “listopad”, “list” significa “foglia” e “pad” è legato al cadere.

Con il dizionario o il traduttore alla mano devo stare anche quando incontro le persone o entro in un negozio, perché è raro trovare chi parli inglese. Lavoro con bambine e ragazzi tra i sette e i sedici anni, ogni giorno vado in un paesino diverso, nei dintorni di Město Albrechtice, a trascorrere il pomeriggio giocando con loro. Il primo giorno gesticolando mi sono fatta insegnare come si dice “io ho un cane”. Poi ho imparato i colori giocando a Uno, i numeri fino a dieci tenendo il punteggio del calcetto, e qualche ingrediente per spiegare le ricette dei dolci con la zucca. Per il resto gesticoliamo, e se a volte è facile trascorrere un pomeriggio giocando a pallone in cortile urlando semplicemente “goal”, altre volte muoio dalla voglia di avere le parole per dire che sono lì per loro e per sapere come stanno, cosa pensano, o semplicemente chiacchierare. Per adesso posso solo chiedere loro “come stai?”, ricambiare i loro abbracci e sorridere mentre si scatenano ballando le loro musiche preferite.

Un po’ di persone con cui parlare in inglese ci sono, e sto cercando di incontrarle in tutti i modi. Mi sto scoprendo molto più espansiva di quanto pensassi, tanto qui non mi conosce nessuno: cos’ho da perdere? Allora tanto vale dare tutta me stessa durante il seminario di arrivo, per poi trascorrere ore e ore in treno per rivedere lз altrз volontariз. Ma anche tanto vale andare al pub del paese un venerdì sera da sola, inserirmi in qualche gruppo a caso e finire per chiacchierare fino alle due facendo conoscenza con gli studenti del liceo, le studenti universitarie, gli impiegati, le bariste. D’altronde se non incontro le persone di qui come posso sapere qual è la migliore birra locale e conoscere gli esponenti più interessanti della scena rap ceca?

Insomma, quest’autunno mi ha già portato molte piccole avventure. Raccolgo tutti i suoi colori in attesa del lungo e freddo inverno, e chissà cosa ne farò.

Alla prossima!

Erica, Krnov, Repubblica Ceca

Arrivata a Ulm!

Il primo mese tra campane, birra e bretzel è passato.

Campane? Esatto, le campane sono diventate le mie migliori amiche.

Salve a tutti, sono Naomi e se tutto va bene vivrò a Ulm fino a luglio dell’anno prossimo.

Quando al mattino apro la finestra della mia stanzetta al terzo piano, la prima cosa che vedo è lui:

Mica male eh?

Col suo campanile, che si è aggiudicato il titolo di più alto d’Europa, scandisce alla perfezione il dì e la notte con rintocchi di quarto d’ora in quarto d’ora.

Tutto ciò ha però sicuramente anche i suoi aspetti positivi. Mi sta aiutando, infatti, con la rigorosa puntualità tedesca, che no, non è soltanto uno stereotipo.

Il primo mese è quel periodo, confuso e indefinito, che ti serve per realizzare, cosa stai facendo della tua vita e perché tutti attorno a te, improvvisamente, parlano un’altra lingua (completamente diversa da quella che avevi studiato al tuo amato liceo linguistico).

Qui nel sud della Germania hanno un accento particolare, tutte le S le pronunciano SH facendo aumentare vertiginosamente la confusione all’interno della mia testa. Ammetto però, che dopo un mesetto, riesco a vedere i primi piccoli miglioramenti che mi rendono estremamente orgogliosa.

Un altro “scalino” piuttosto consistente da superare, oltre alla lingua in se, è quello delle amicizie… al momento non credo di poter dire di avere degli amici tedeschi, anche se ogni tanto mi è capitato di passare delle serate con alcuni di loro, ma non c’è mai stata più di tanta confidenza. L’amico più stretto che ho al momento è il mio compagno di banco sardo del corso serale di tedesco con cui sono già andata a mangiare un’ottima pizza italiana per riassaporare casa almeno una sera.

A parte gli scherzi, il lavoro al Café JAM è davvero stupendo e le persone sono state fin da subito estremamente gentili e disponibili, facendomi sentire a mio agio dal primo giorno.

A proposito di primo giorno…

eccomi al primo pranzo di lavoro tenuto rigorosamente alle 11.30 🙂

Naomi Conte, 18 anni.

Il tempo passa veloce!! e le emozioni non mancano … frase scontata? vi spiego perché no!

Non è stato facile. Ho voluto rompere un equilibrio per trovare … non so cosa. “Cosa faccio? resto, me ne vado? resto o parto?” questo è stato il mood per i primi due mesi e fino a quando, facendomi forza, ho deciso di restare e Boom! arriva il secondo lockdown. Mancava giusto questo per completare il tutto. Non importa, ho deciso che resto e sarà così!

Bene! mi trovo in un paese straniero, senza conoscere ancora bene la lingua e in più con persone che hanno un forte bisogno di attenzione. Come punto di partenza non è male, il problema è “cosa posso fare?”. Si ok! gli accompagnamenti ai servizi esterni, la sistemazione dei documenti, le riunioni d’équipe (dove non ci capisco una mazza) ma poi?! vorrei fare di più! … grazie ma come, dove, quando e perché? Allora prendo un foglio e mi domando “cosa so fare?” … su per giù, la risposta è: niente! poi ci penso e … so cucinare un po’ (per di più ho la mamma cuoca), so un po’ l’inglese, lo spagnolo e l’italiano; mi piace il teatro, la lettura, la musica e la natura (e qui c’è molto da vedere). Allora è fatta no? propongo dei corsi di lingua, laboratori di cucina italiana, vediamo se c’è in giro chi fa teatro e poi cartelloni, pennarelli, fogli, matite ecc…insomma, le solite robe.

è fatta! A questo punto, metto tutto su un foglio più decente e comincio a proporle agli ospiti. Alla domanda del mio collega su cosa mi aspetto, la risposta è: che nessuno mi calcola. Invece no! il ritorno è molto positivo e arricchente e da qui sono partito!

Per le settimane successive metto in piedi dei corsi di inglese, di informatica base, dei laboratori di bricolage e, da buon italiano, degli atelier di cucina, dove mi sono venduto come un grande chef. Bon! mesdames et messieurs , oggi facciamo la pizza! non ci credevo ma è venuta un successo!

A queste si sono aggiunti poi i vari appuntamenti per gli ospiti (ospedali, farmacia, banca, posta ecc..) e il supporto socio-educativo (adesso faccio l’esperto di educazione), dunque il tempo è volato. Poco a poco, la conoscenza del francese è migliorata di molto e questo mi ha permesso di essere un po’ più professionale. Anche se sono riuscito a farmi dire (perché è già successo nelle comunità in cui ho lavorato in Italia) dalle mie colleghe che sono peggio di un bambino. Scusate! ma ha nevicato per due giorni interi, un sacco di neve, circa 70 cm, cosa potevo fare?

A torta finita (e ne abbiamo fatte tante) sono contento, tutto sta procede bene … fino a oggi che è ritornata la luce, dopo che siamo rimasti per quattro giorni senza. Sono contento perché sono consapevole che sto lasciando qualcosa, anche poco, magari una miseria, però qualcosa, alle persone che seguo. Un sorriso, una battuta, una ricetta, due robe di informatica, tre di inglese … i piatti locali, carichi di burro (se cucina Christophe) che te li porti per due giorni sullo stomaco

è tutto uno scambio! anzi è tutto un privilegio!

à bientot

Ribeauvillè (Francia)

Guido

Ahoj! Sono Sasha e vi scrivo da Krnov, una città molto vicina alla Polonia, in Repubblica Ceca.

La mia esperienza di volontariato è iniziata il 5 settembre 2020 e sono già quasi due mesi che sono in un altro Stato! Il tempo passa troppo velocemente!

Inizio a lavorare alle 12.30 in Město Albrechtice e in genere finisco verso le 18 dal lunedì al venerdì. Il mio volontariato consiste nell’affiancare la mia supervisor Natàlie e Viki con ragazzi o bambini. Li aiutiamo con i compiti, diciamo che io aiuto solo i bambini di prima elementare perchè il ceco non lo so ancora per nulla, è una lingua molto complicata! Oltre ai compiti organizziamo anche alcuni tornei, ad esempio abbiamo giocato a ping pong, oppure facciamo dei lavoretti, dipingiamo o giochiamo a carte o giochi di società. Inoltre facciamo anche giochi di gruppo o andiamo al parco, è molto divertente e i bambini sono pieni di energia, come naturale che sia!

Durante la settimana andiamo anche in altre piccole città: Vysoká, Jindřichov e Holčovice, però il luogo in cui vengono più ragazzi è Město Albrechtice, in cui c’è anche un ragazzo che parla molto bene in inglese, quindi con lui posso chiaccherare e mi aiuta anche con gli altri ragazzi, se non ci sono Nati e Viki.

A causa del covid ora possono venire solo 1 o 2 ragazzi, quindi per occupare il tempo in cui non c’è nessuno decoriamo le vari sedi in cui andiamo. Spero che presto potremmo tornare alla “normalità”.

Come detto sopra vivo a Krnov con una ragazza di origine brasiliane, ma che ha vissuto in Francia, Suellen, grazie a lei ho conosciuto anche altre due volontarie Camille e Sarah, che vivono nella nostra stessa città. Loro due sono francesi e quando siamo insieme parliamo in francese, anche se il mio è molto maccheronico, ma è una sfida, alla fine dell’esperienza spero di potrer parlare abbastanza bene in francese e sicuramente migliorerò l’inglese. Ah, spero anche di poter spiccicare qualche parola in ceco ahah. Con loro abbiamo visitato Krnov, Ostrava e abbiamo fatto shopping per noi e per la casa, purtroppo ora a causa del covid non possiamo visitare nulla e possiamo uscire solo in caso di necessità o per andare al lavoro.

Sempre per colpa del virus faremo il seminario di arrivo su Zoom e non di persona, mi dispiace non poterlo fare in presenza, ma ci sarà sicuramente l’occasione di incontrare tutti gli altri volontari!

Per ora questa esperienza mi sta piacendo moltissimo e non può che migliorare!

A presto, Sasha!

Mi trovo a Ribeauvillé, un paesino di circa 6 mila abitanti, adiacente alla città di Colmar. Sto svolgendo il mio progetto CES in un agriturismo solidale chiamato La Clausmatt. Non so ancora quale sia il significato del nome, ma ho ben compreso quale sia il suo scopo. L’agriturismo è situato a circa 650 m di altitudine e dista 4 chilometri dal paese, è gestito dall’associazione Espoir che da più di 40 anni si occupa di fornire supporto socio-educativo a persone emarginate. Nella struttura sono ospitate otto persone, al momento solo uomini, che hanno avuto un passato un pò difficile. In questo primo mese ho cercato di capire meglio alcuni aspetti del progetto e, soprattutto, di interagire con le persone accolte. Non è facile! perché la barriera linguistica è ancora alta, ma è stato figo! Col passere dei giorni vedi dissolversi la diffidenza e la paura, scoprendo un mondo dietro ad ogni volto! Attualmente, la situazione è un pò complicata; pochi giorni fa, il presidente della Repubblica ha dichiarato un secondo lockdown e questo, certamente, non può che avere ripercussioni negative sul progetto di volontariato europeo. I due incontri di formazione sono stati annullati e svolti online; il primo, organizzato dell’agenzia francese, sarebbe stato a Narbonne mentre il secondo, organizzato da VISA, sarebbe stato a Strasburgo. Inoltre, tutte le attività culturali e sociali esterne, offerte dai vari paesi limitrofi e dalla stessa città di Colmar, sono state sospese o annullate. Come si dice! è un momento di pioggia, ma sotto di essa bisogna imparare a ballare. Qui alla Clausmatt vi sono mille occasioni per danzare e approfittare di questo pessimo periodo. Adiacente all’agriturismo c’è una piccola fattoria con polli, capre, pecore, conigli, maiali e una mucca. Gli ospiti si impegnano nella gestione e mantenimento degli animali. In più, dietro la struttura, vi è un mega orto, tenuto in piedi da un educatore dell’associazione. come potete notare! Le attività non mancano ed essendo una struttura di tipo comunitario, ci sono dei momenti conviviali molto piacevoli, soprattutto alla sera dopo cena.

Ribeauvillé (France)

Guido

Budasztok! 2020

Balaton Lake con i miei amici volontari!
Budapest
Ungheria

Szia! Ciao futuri volontari che state leggendo! Come state? spero bene.

Io sono Saira e voglio che sappiate che mi fa davvero piacere esservi d’aiuto!

è ormai un mese che vivo questa mia dolce avventura con gli altri miei colleghi e sapete? prima di partire ho avuto tante di quelle paure che mi mancava il respiro, ma poi ho accolto a braccia aperte il consiglio della Diaconia che mi ha detto: Lascia andare e fidati di loro. avevano ragione poichè così facendo “ODE” l’organizzazione per cui lavoro mi sta permettendo di vivere un sogno supportandomi  nei momenti “no” e con qualsiasi altra cosa, soprattutto a livello amministrativo data la situazione covid. La mia avventura è partita a rilento poichè sono stata in quarantena per 14 giorni, ma gli altri volontari sono stati tanto gentili con me da farmi sentire a casa, andando avanti, vi comunico che ho iniziato a lavorare in un asilo nido con dei bambini splendidi il mio orario di lavoro è dalle 9:00 fino alle 16:00, ma di solito le maestre fanno andare via prima dato che i genitori a volte arrivano sempre prima. Dal 30 Settembre al 5 Ottobre ho partecipato al primo seminario ed è stata un’occasione unica, lo staff di “ODE” non solo ci ha indirizzato nella spiegazione del funzionamento del progetto, ma ci ha concesso momenti indimenticabili composti da attività formative, momenti di riflessione e scambi culturali!

 Uno degli ostacoli che mi sono imposta di superare è quella della lingua, sapete, imparare  l’Ungherese non è proprio una passeggiata con le sue 40 lettere tra vocali con accenti particolari e consonanti composte! ma io ce la farò! che dire, io vivo dalla parte di Buda ed è un posto magnifico. questo primo mese è volato via, ed ho tanta, tantissima voglia di imparare, aiutare e godermi ogni momento.  Vi mando un grande abbraccio!

Sono Martina, una piccola ragazza abruzzese che attualmente vive a Buhl, un paesino al nord-est della Francia al confine con la Germania. Sono arrivata da esattamente un mese ed il tempo mi sembra essere volato. La prima settimana l’ho passata a Strasburgo per il seminario ed è stato bellissimo perché ho avuto modo di conoscere tantissimi altri giovani che, oltre a svolgere la mia stessa esperienza, venivano da paesi esteri e che, come me, non avevano un’eccezionale conoscenza della lingua. Questo mi ha dato la carica giusta per inizia subito un corso di francese una volta finito il seminario. Questo progetto, infatti, prevede una somma di denaro extra dedicato esclusivamente allo studio della lingua (film, libri, corsi etc., purché siano nella lingua del paese in cui si svolge il servizio).

Finita la settimana a Strasburgo finalmente ho iniziato il mio ‘servizio per gli altri’, che nel mio caso sono le famiglie richiedenti d’asilo. La mia attività consiste nel rendere più leggere e spensierate le giornate delle famiglie, per quanto questo sia possibile. In queste settimane sono tante le attività che abbiamo svolto insieme, dai corsi di francese con volontari che di mestieri fanno gli insegnati, ai puzzle con i bambini…

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…ai corsi di cucina in cui insegno loro dolci tipici italiani, facili da fare e che richiedono l’uso di pochi ingredienti.

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Numerose sono state anche le attività svolte in mezzo alla natura, con bambini e adulti tutti insieme. Ad esempio, sabato scorso abbiamo preparato del pane fatto in casa, poi siamo andati nel bosco alla ricerca di pezzi di legno che abbiamo utilizzato per accendere il fuoco, ed infine abbiamo cucinato il pane e degustato tutti insieme, tra una risata e l’altra.

Inoltre, ho già stretto un bellissimo rapporto con i miei colleghi, infatti dopo lavoro o nel weekend usciamo sempre insieme e ci divertiamo tantissimo.

E’ già passato un mese da quando sono arrivata e spero tutto continui esattamente così.

 

A bientôt!!

Martina

Ahoj! Jsem Valentina e vi parlo in diretta da Karviná – Repubblica Ceca!

Sono qui da poco più di 1 mese e mi sembra di non avere un momento di tregua, o per lo meno un momento per riflettere su quello che sta succedendo!

1 mese.. solo un mese.. caspita 1 mese!

A volte sembra passata solo una settimana, altre volte 3 mesi. E in questo arco di tempo, così indecifrabile, possono accadere davvero un sacco di cose, belle, meno belle, faticose, divertenti, assurde che siano. Ma ora vi voglio dire una cosa:

Quando si trova un gruppo di amiche e Pavel (attualmente l’unico maschio volontario) come quello che ho trovato io, si può affrontare tutto!

Ed è proprio questo che oggi vi voglio raccontare. Non voglio parlare del mio lavoro, non voglio parlare di dove vivo (questo lo lascio per le prossime puntate), ma di quelle incredibili e stupende relazioni che potete costruire mentre vi lasciate andare a questa nuova esperienza.

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Da in alto a sinistra: Ricarda, Valentina (me). Da in basso a sinistra: Lili, Dana, Pavel, Antonia, Tamari, Virginia. Non presenti: Valentina, Nikolett.

Eccoci qui! ♥

 

Questa foto è stata scattata nel bellissimo prato che circonda la pensione Beskydská Oáza, situata nel comune di Písek, non lontana dalla convergenza di Polonia e Slovacchia – il telefono impazziva continuamente.. “Benvenuto in Polonia”, “Benvenuto in Slovacchia”. Dove capperi mi trovo?! Di sicuro sono sperso nel nulla.. – Era il primo giorno del seminario di arrivo, organizzato dalla Slezská Diakonie. Sono stati 6 giorni stupendi dove ho avuto modo di incontrare tutti i volontari facenti parte del progetto INVY (all’appello mancano ancora 2 volontari e 1 volontaria provenienti dalla Turchia – non vedo l’ora!). Un’esilarante miscuglio di Nazioni: Germania, Italia, Russia, Spagna, Ucraina, Ungheria.

La parola d’ordine durante la settimana? «DOST!» (=basta!)
Accompagnata dall’immancabile segno in CSL (Lingua dei Segni Ceca).
Questo perché ovviamente i connazionali tendevano a parlare nella loro lingua madre e allora tra volontari ci “rimproveravamo” (Non è il caso mio e della ragazza spagnola, uniche “rappresentanti” della nostra Nazione. Noi comunichiamo per lo più in un “fantastico” e maccheronico inglese eheh).

Questo seminario infatti, non solo ti fornisce informazioni importanti, ma ti crea l’opportunità di conoscere persone che stanno vivendo la tua stessa avventura, con cui puoi condividere le tue preoccupazioni, i tuoi momenti buoi, i tuoi progetti, i tuoi dubbi, mille pazzie e creare magiche amicizie!

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Attività “teatrale” durante il seminario.

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Escursione – Gírová.

Ed eccoti qui, in un nuovo paese, con una cultura completamente diversa dalla tua, con una lingua incredibilmente complessa – perdindirindina regalate delle vocali a questa lingua! Ma vi rendete conto che vi sono parole come «prst»=dito, «srdče»=cuore? Dove stanno le vocali? COMPRO UNA VOCALE!!! E poi la migliore di tutti, la lettera più amata al mondo, lei «ř» IMPRONUNCIABILE! – lontana/o da tutto ciò che è “sicuro”, ma con la sicurezza di non essere sola/o. Questa è la certezza più bella che ho!

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Attività durante il seminario ♥ (Thank you girls and Pavel!)

E queste persone qui sotto sono la mia famiglia, tutta situata nella città di Český Těšíncittà oltretutto splendida, situata sul fiume Olza che la divide dalla Polonia:

 

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Da sinistra: Tamari, Dana, Virginia, Ricarda, Pavel, Valentina (me).

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Da sinistra: Valentina, Virginia, Valentina (me), Ricarda, Dana.

Loro sono la mia forza e il mio sostegno dalla fine della seconda settimana che sono qui. Persone stupende, solari, intraprendenti, forti come non mai. Compagne e compagni in questo viaggio, che da subito, senza conoscermi, mi hanno accolta e fatta sentire parte di un “tutto”. Con loro spendo quasi tutto il tempo che non dedico al lavoro. Con loro miglioro l’inglese, mi perdo per le città, viaggio – questo fine settimana si va a Cracovia!!! – faccio compere, cucino, ingrasso eheh..

Tutto questo per dirvi cosa?

 

All’inizio le cose possono non sembrare facili, l’adattamento richiede tempo e vi assicuro che 1 mese non è sufficiente, ma non arrendetevi, credete in voi stessi, emozionatevi per ogni piccola cosa e ricordatevi che non siete soli!

Od Valentiny v Karviná – České Republice

Na brzkou viděnou
(A presto!)